Atrani, Sarno e Quindici restano fuori dalla nuova graduatoria regionale. Dopo oltre vent’anni, promesse disattese e fondi mai arrivati.
Nonostante siano passati oltre vent’anni dalle tragiche alluvioni che hanno sconvolto i territori di Atrani, Sarno e Quindici, la Regione Campania continua a ignorare quei luoghi che più di altri hanno pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane e ferite ambientali.
Con la recente Delibera di Giunta Regionale n. 163 del 2025, la Regione ha finanziato oltre 250 interventi per il contrasto al dissesto idrogeologico, distribuendo centinaia di milioni di euro tra progettazioni esecutive e definitive in tutta la Campania. Eppure, non un euro è stato destinato ad Atrani, Sarno e Quindici, tre comuni che più dovrebbero essere considerati prioritari nell’agenda della prevenzione e della messa in sicurezza.
Atrani, nel cuore della Costiera Amalfitana, fu devastata da un’alluvione nel 2010 in cui perse la vita la giovane Francesca Mansi. Sarno e Quindici, nel 1998, furono teatro di una delle peggiori catastrofi idrogeologiche d’Italia, con 160 vittime. Oggi, questi luoghi restano fuori da ogni finanziamento, neppure per la progettazione.
Ed è proprio questo il nodo cruciale: senza fondi per la progettazione preliminare, i comuni non possono accedere al sistema ReNDiS (Repertorio Nazionale degli Interventi per la Difesa del Suolo), precludendosi così ogni possibilità di ricevere finanziamenti per le opere. Senza progetti, non ci sono opere; senza opere, resta solo il rischio.
La situazione è resa ancor più drammatica dalla decisione della Regione Campania di mettere in liquidazione l’ARCADIS, l’agenzia regionale per il dissesto idrogeologico, che aveva in carico numerosi progetti proprio in questi territori colpiti. Da allora, il vuoto. Nessuna struttura sostitutiva, nessun piano organico, nessun coordinamento per i piccoli comuni che, privi di personale tecnico e risorse autonome, non riescono da soli a gestire progettazione e pianificazione.
Una gestione che appare sempre più sbilanciata e disattenta. Mentre alcuni territori ricevono interventi milionari, comuni di alto valore storico, paesaggistico e culturale come quelli della Costiera Amalfitana vengono lasciati soli. Il messaggio che arriva è chiaro: chi ha già subito, può continuare ad aspettare.
Eppure, proprio per questi comuni dimenticati, l’unica speranza rimangono i fondi messi a disposizione ogni anno dai ministeri centrali. È lì che si gioca la possibilità di ridare dignità e sicurezza a territori fragili ma preziosi, oggi esclusi da una programmazione regionale che mostra preoccupanti lacune.
Vent’anni dopo, Atrani, Sarno e Quindici continuano a chiedere solo una cosa: non essere dimenticati ancora una volta.
