L’assenza del sindaco di Cava, Vincenzo Servalli, rappresenta un’anomalia, data la rilevanza di Cava come comune capofila nell’Azienda Consortile. La scelta di una Conferenza dei Sindaci – anziché una convocazione ufficiale dell’assemblea dell’Azienda Consortile, come previsto dallo statuto – ha sollevato interrogativi sulla rappresentatività dell’incontro. Questa gestione selettiva, sotto la guida di Della Monica, lascia ipotizzare tensioni con Cava, probabilmente legate a dissapori recenti.
Un aspetto che sembra aver acuito le divisioni è la recente elezione del Consiglio di Amministrazione di Ausino, la società di gestione del servizio idrico. Durante il rinnovo della presidenza, Servalli aveva sostenuto l’attuale presidente Agrusta, mentre Della Monica aveva manifestato interesse per la stessa posizione, aspirando a diventare presidente di Ausino. Questa divergenza ha lasciato tracce di risentimento, alimentando un clima di tensione e sospetti che pare riflettersi anche nella gestione della Conferenza dei Sindaci.
La Conferenza dei Sindaci della Costa d’Amalfi, sotto la direzione di Fortunato Della Monica, sembra aver optato per una convocazione selettiva, escludendo Cava. Questa scelta, in assenza di una riunione dell’assemblea consortile, rischia di delegittimare il ruolo di Cava e compromettere il valore istituzionale della riunione. Non convocare l’assemblea consortile per una questione rilevante come quella dei servizi sociali fa emergere dubbi su principi di trasparenza e inclusività, lasciando percepire la riunione come una sorta di “motto carbonaro” tra pochi sindaci, senza consultare adeguatamente tutte le realtà coinvolte.
In una situazione di tali tensioni e divergenze, una presa di posizione chiara da parte di Paolo Vuilleumier e Fortunato Della Monica appare fondamentale per ristabilire la fiducia e la collaborazione tra i comuni della Costa d’Amalfi e Cava dei Tirreni. Trasparenza, partecipazione e rispetto delle procedure sono essenziali per garantire una gestione condivisa e nell’interesse di tutti i cittadini coinvolti, evitando di trasformare l’incontro in una semplice formalità priva di rappresentatività.
