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Cava-Costiera Azienda Consortile, dubbi sugli atti: Cava e Il Presidente della Conferenza dei Sindaci Costa d’Amalfi Della Monica sotto i Riflettori

Un episodio gravissimo scuote il Consiglio comunale di Cava de’ Tirreni. L’accusa è pesante: l’atto costitutivo dell’Azienda Speciale Consortile Cava-Costa d’Amalfi, firmato davanti al notaio, risulta diverso probabilmente da quello approvato dai Consigli comunali da dodici comuni della Costiera Amalfitana (solo Positano si salva) e da Cava de Tirreni.

A portare alla luce l’anomalia è stato il consigliere Marcello Murolo, durante una seduta che avrebbe dovuto approvare una variazione di bilancio necessaria all’avvio dell’azienda consortile. Secondo Murolo, il documento (clicca qui) approvato il 2 aprile 2024 dal Consiglio comunale di Cava non contiene traccia degli articoli 9 e 10 (clicca qui), che invece compaiono nell’atto rogato dal notaio il 27 maggio 2024. Un fatto che non si limita a una semplice svista, ma configura un cambiamento sostanziale, poiché introduce un fondo di dotazione di 360 mila euro non previsto nelle deliberazioni consiliari.

Il gelo e l’imbarazzo calati sull’aula durante la seduta di ieri sono stati eloquenti: la maggioranza, colta alla sprovvista, ha faticato a fornire spiegazioni convincenti. Il sindaco Vincenzo Servalli, dopo una lunga pausa per verifiche, ha proposto un emendamento che subordina l’impegno di spesa alla verifica di conformità tra l’atto notarile e quanto approvato in Consiglio. Tuttavia, la votazione sulla variazione di bilancio è passata solo per un soffio, con 10 voti favorevoli contro 9 contrari, sottolineando una maggioranza sempre più fragile.

Curiosamente, sembra che l’unico comune ad aver approvato in Consiglio l’atto costitutivo e lo statuto nella stessa forma poi firmata davanti al notaio è stato Positano. La delibera di approvazione, datata 27 maggio 2024 (clicca qui), cita una nota ufficiale del 21 maggio 2024 (clicca qui) inviata dal presidente della Conferenza dei Sindaci, Roberto Della Monica, sindaco di Cetara, contenente la stesura definitiva degli atti redatti dal notaio Raffaele Laudisio. (vedasi dichiarazione del sindaco di Positano)

Questo dettaglio apre scenari inquietanti: se la nota è stata inviata a tutti i comuni, perché gli altri non hanno approvato il testo corretto? Oppure, se la nota è stata inviata solo a Positano, perché solo a Positano? Superficialità nel coordinamento? In entrambi i casi, emerge un problema di coordinamento e di gestione che pone interrogativi sull’operato del presidente della Conferenza dei Sindaci Roberto Della Monica. La figura del presidente Della Monica è al centro della situazione dopo questa nota ufficiale inviata a Positano. Come è possibile che, avendo in possesso la versione definitiva dell’atto, non si sia accorto in sede di firma delle difformità rispetto a quanto deliberato dai comuni? Firmare un atto notarile diverso da quello approvato in Consiglio non è solo una negligenza, ma un errore amministrativo potenzialmente grave, con implicazioni che potrebbero portare a contenziosi o, peggio, invalidare la costituzione dell’Azienda Speciale Consortile.

Un ulteriore elemento di criticità sembra essere rappresentato dalla richiesta di allegare agli atti notarili forse solo le delibere consiliari, prive però degli allegati (!!!???). Questa scelta insolita potrebbe indicare che qualcuno era consapevole delle discrepanze (?), cercando di minimizzare l’attenzione sugli errori. In un quadro del genere, la trasparenza amministrativa appare gravemente compromessa.

L’intera vicenda lascia aperti diversi interrogativi cruciali: Perché gli altri comuni, se hanno ricevuto la nota del 21.05.2024, non hanno approvato in Consiglio l’ultima versione dell’atto inviata dal presidente della Conferenza dei Sindaci? Perché la nota ufficiale è stata recepita e deliberata solo dal comune di Positano? Come è possibile che il presidente della Conferenza dei Sindaci abbia firmato un documento davanti al notaio diverso da quello approvato dai Consigli comunali, senza accorgersene e avendo la bozza rimodulata dal notaio giorni prima della firma? Una questione di responsabilità questa e pure grande. Ma soprattutto quando il notaio leggeva in sede di sottoscrizione da parte dei sindaci gli atti da sottoscrivere e i sindaci dovevano confrontare quanto letto dal notaio con gli atti approvati dai loro rispettivi consigli comunali, che facevano? Come mai non se ne sono accorti delle differenze?

La gestione dell’Azienda Speciale Consortile, nata per garantire servizi essenziali ai cittadini, parte con un enorme passo falso. La fiducia nelle istituzioni locali è messa a dura prova da una vicenda che sembra combinare negligenza, mancanza di coordinamento e opacità amministrativa. Ora spetta al presidente della Conferenza dei Sindaci e ai singoli amministratori locali fare chiarezza, rispondendo ai quesiti sollevati e garantendo che simili errori non si ripetano. La comunità della Costiera Amalfitana merita di meglio.

L’errore emerso nella gestione dell’Azienda Consortile potrebbe avere conseguenze significative, mettendo in discussione la validità stessa degli atti sottoscritti dai sindaci. La legittimità degli atti rogati davanti al notaio è infatti strettamente vincolata al rispetto delle deliberazioni dei Consigli comunali, gli unici organi competenti a decidere su statuti e atti fondativi. Quando i sindaci firmano documenti difformi da quelli approvati, si apre una breccia che potrebbe compromettere la regolarità dell’intero processo.

Per sanare questa situazione, sarà necessario riportare la questione all’attenzione dei Consigli comunali. Questi dovranno esaminare con attenzione le modifiche introdotte nei documenti, come gli articoli aggiuntivi e le altre variazioni, per decidere se confermare o meno quanto firmato. Inoltre queste modifiche devono passare al vaglio anche dei rispettivi revisori dei conti. Se i Consigli ratificano il testo sottoscritto, la discrepanza tra gli atti potrà essere risolta. Al contrario, se non dovesse esserci una ratifica, l’intero impianto normativo dovrebbe essere riscritto e approvato ex novo, con conseguente invalidità degli atti già sottoscritti.

I sindaci coinvolti, avendo firmato documenti non perfettamente allineati alle deliberazioni consiliari, potrebbero trovarsi esposti a conseguenze di vario tipo. Sul piano amministrativo, potrebbero essere chiamati a rispondere per un’eventuale negligenza nella verifica della corrispondenza tra gli atti approvati e quelli sottoscritti. Anche politicamente, la vicenda rischia di avere ripercussioni: firmare un atto difforme potrebbe minare la fiducia dei cittadini e delle rispettive maggioranze consiliari, esponendo le amministrazioni a una crisi di credibilità. La situazione potrebbe complicarsi ulteriormente qualora i Consigli comunali decidessero di non approvare le modifiche. In tal caso, i sindaci potrebbero essere accusati di aver agito al di fuori delle proprie competenze, violando il mandato ricevuto. Questo potrebbe alimentare accuse di cattiva gestione, aprendo scenari di tensione politica e amministrativa.

Un altro aspetto da considerare è il possibile blocco del processo di costituzione dell’Azienda Consortile, che rischia di subire rallentamenti significativi. I cittadini della Costiera Amalfitana e di Cava de’ Tirreni, destinatari dei servizi che l’Azienda avrebbe dovuto garantire, potrebbero essere i primi a subire le conseguenze di questo stallo. In un momento in cui il tessuto sociale richiede risposte rapide e incisive, errori di questo tipo rappresentano un ostacolo che compromette non solo l’efficienza amministrativa, ma anche la fiducia nelle istituzioni locali. Una gestione tempestiva e trasparente sarà essenziale per ricomporre le fratture e restituire credibilità all’operato delle amministrazioni coinvolte.

Nel frattempo, al presidente della Conferenza dei Sindaci Fortunato della Monica, i cittadini e gli amministratori della Costiera dovrebbero rivolgere i propri interrogativi, affinché venga fatta piena luce su una gestione che appare, ad oggi, tutt'altro che impeccabile.