A Cava de' Tirreni, l'Azienda Speciale Cava Costa d'Amalfi continua a essere il fulcro di complesse manovre politiche, in vista di un voto cruciale sullo Statuto che solleva non pochi interrogativi. Sembra che il sindaco Servalli abbia trovato una "quadra" che, tuttavia, appare intrisa di logiche partitiche e potenziali scambi di poltrone, piuttosto che di un reale intento di migliorare la gestione dell'ente.
Al centro delle discussioni c'è il presunto avvicendamento dell'assessore Giovanni Del Vecchio ( ora passato con il presidente del Consiglio Barbuti sempre in quota Forza Italia) dal suo incarico alle Politiche Sociali. Sembra che il suo posto sia già riservato a un esponente di Rifondazione Comunista, una mossa che non solo rimescola gli equilibri della maggioranza, ma evidenzia anche la fluidità di alcune posizioni politiche, con esponenti dello stesso partito che si trovano su fronti opposti rispetto alle loro origini di voto. Questo scenario alimenta il sospetto che l'approvazione dello Statuto possa essere condizionata da patti sotterranei e contentini, piuttosto che da una reale valutazione del merito. E poi resta l'incognita Barbuti.
L'attenzione è tutta sul consigliere Luigi Petrone, la cui figura, per la sua passata esperienza di frate, ha sempre evocato principi di correttezza e coerenza morale. Dopo aver votato contro lo Statuto in precedenza, le voci lo danno ora propenso a un voto favorevole. Una svolta che, se confermata, risulterebbe quantomeno sconcertante. Si dice che Petrone sia forse "soggiogato" da Adolfo Salsano, una circostanza che, se vera, minerebbe la sua autonomia e la percezione della sua integrità. Per i cittadini di Cava, stanchi dei continui cambi di casacca, un eventuale "voltagabbana" di Petrone, giustificato da generiche motivazioni di "salvatore della patria" o di "beneficio sociale", sarebbe un autogol clamoroso. Queste giustificazioni, infatti, non reggono più di fronte a una comunità che ha ormai imparato a riconoscere le reali motivazioni dietro certi mutamenti di fronte.
L'attuale Piano di Zona, rafforzato da una delibera di coordinamento già a gennaio, rende deboli le argomentazioni su presunte inadeguatezze o necessità impellenti di modifica. Dichiarare il contrario per giustificare un voto favorevole allo Statuto, quando le vere motivazioni sembrano legate a logiche di poltrone, equivarrebbe a una strumentalizzazione delle posizioni dei più deboli.
Non va dimenticata la consigliera Avagliano, che in precedenza aveva espresso un voto contrario. Anche il suo voto sarà osservato con attenzione dalla cittadinanza.
Infine, le presunte carenze documentali dell'Azienda Speciale rappresentano un rischio non trascurabile. Se la Corte dei Conti dovesse essere invocata e intervenire per rilevare delle criticità, la posizione di Servalli, Petrone, Salsano, Del Vecchio e dello stesso Rifondazione Comunista si farebbe estremamente delicata. Una figuraccia che evidenzierebbe come le priorità non siano state l'efficienza e la trasparenza, ma piuttosto la gestione del potere e la spartizione di incarichi.
Non si può ignorare un monito che a Cava risuona forte: se l'ASCCC non partirà con i giusti presupposti, il rischio è che diventi l'ennesimo "carrozzone", sulla scia di precedenti esperienze come il Consorzio Farmaceutico. Questi enti, nati apparentemente per la "povera gente", spesso finiscono per essere meccanismi clientelari, dedicati a un giro di soldi e alla sistemazione di amici e parenti, magari con la prospettiva di un futuro transito negli uffici comunali. Chi ha la schiena dritta e gli attributi per prendere decisioni autonome non voterà a favore di un'operazione simile, soprattutto perché è una falsità bella e buona che il mancato avvio dell'ASCCC blocchi i servizi sociali. Il Piano di Zona, come dimostrato dalla delibera di rafforzamento già allegata a gennaio, è pienamente operativo e adeguato. Chi sostiene il contrario, con ogni probabilità, lo fa per giustificare un "contentino" ricevuto, a discapito della trasparenza e dell'efficienza.
L'unica via per un'approvazione dello Statuto che non sollevi dubbi e sospetti sulla "compiacenza" di alcuni voti, sarebbe una sua profonda e sostanziale modifica. Diversamente, ogni voto favorevole che contraddica la posizione precedente verrà interpretato come un "contentino" politico, minando ulteriormente la fiducia dei cittadini nella serietà delle istituzioni locali.