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Minori, la lunga estate della “spiaggia libera privatizzata”: tra proroghe, sperimentazioni infinite e accessi a pagamento

In Costiera Amalfitana, nel piccolo ma rinomato borgo di Minori, la storia della spiaggia pubblica assume tratti che – se confermati – potrebbero sollevare più di una perplessità sul fronte della gestione del demanio marittimo e dell’equilibrio tra interesse pubblico e iniziative private. Una vicenda che dura da oltre quindici anni, e che merita, forse, una rinnovata attenzione da parte delle autorità preposte.

Tutto comincia nel 2009, quando la spiaggia di Minori era caratterizzata dalla presenza di tre stabilimenti balneari, mentre il resto del litorale risultava destinato alla libera fruizione. Da lì in poi, secondo una ricostruzione diffusa in questi giorni anche tramite un video-denuncia pubblicato sui social da Christian De Iuliis – figura nota per le sue analisi caustiche sul territorio – la situazione si sarebbe progressivamente trasformata.

Nel 2012, l’amministrazione comunale, guidata dallo stesso sindaco attualmente in carica, avrebbe richiesto l’occupazione di circa 2.000 metri quadrati di suolo demaniale. Contestualmente veniva introdotto un regolamento per la “disciplina e utilizzazione del litorale marittimo per finalità turistico-ricreative”, in cui si garantiva – almeno sulla carta – la permanenza di una quota di spiaggia libera e accessibile a tutti, con divieto di installazione notturna di attrezzature e obbligo di rimozione giornaliera.

Tuttavia, da quanto si apprende, la realtà potrebbe essersi discostata da quanto previsto: l’aggiudicazione di alcune aree sarebbe avvenuta con rialzi minimi (pari allo 0,01%), e ciò che veniva definito “spiaggia pubblica attrezzata” risulterebbe, nei fatti, un vero e proprio stabilimento balneare, con ingresso non libero, ombrelloni non rimossi e divieto implicito di portare attrezzature proprie.

A rendere ancor più singolare la vicenda, è il caso del cosiddetto “centro benessere” realizzato nel 2014 su 440 mq di arenile, classificato come struttura precaria e "sperimentale", ma ancora oggi – a distanza di nove anni – operativo. In un’offerta commerciale apparsa online, tale centro sarebbe stato pubblicizzato come servizio esclusivo dell’Hotel Villa Romana, struttura che – secondo fonti pubbliche – risulterebbe riconducibile alla famiglia dell’attuale primo cittadino. Una coincidenza su cui, forse, sarebbe opportuno fare chiarezza.

Durante l’emergenza pandemica del 2020, la spiaggia cosiddetta “libera” venne regolamentata con un ticket d’ingresso da 4 euro per i non residenti, con l’installazione di un box prenotazioni sul lungomare. Episodi raccontati da cittadini riferiscono di code notturne per accaparrarsi un posto gratuito, a dimostrazione della tensione sociale generata dalla gestione di uno spazio che dovrebbe, per definizione, restare accessibile.

Nel 2021 il Comune lancia anche una app – “Minorisea” – per gestire le prenotazioni, con un investimento pubblico di circa 8.000 euro. L’app, tuttavia, sarebbe stata dismessa dopo breve tempo per malfunzionamenti e scarso utilizzo.

Intanto, le concessioni sono state prorogate di anno in anno. Solo nel febbraio 2025 sarebbero state approvate due delibere comunali che prefigurano nuovi bandi e una possibile esternalizzazione dei servizi. Dettagli che – al momento – non sembrano ancora del tutto chiari.

Il rischio, se quanto ricostruito trovasse conferma, è che si sia giunti a una “privatizzazione mascherata” della spiaggia pubblica. Si tratterebbe di una deviazione rilevante rispetto agli obiettivi di tutela e fruizione collettiva previsti dalla normativa nazionale sul demanio marittimo.

In attesa di ulteriori sviluppi, sarebbe auspicabile – nel pieno rispetto delle prerogative istituzionali – che gli organi di controllo, anche a livello sovracomunale, valutassero la coerenza tra le concessioni rilasciate, le finalità dichiarate e l’effettiva gestione sul campo.

Perché una spiaggia sperimentale che dura da quasi un decennio, gare vinte con rialzi simbolici, e app pubbliche abbandonate dopo poche settimane, sembrano – quanto meno – elementi meritevoli di attenzione.