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Il SAD Costa d’Amalfi e il fallimento della gestione targata PD De Luchiano: accordi nulli, spese legali alle stelle e cittadini in balia dell’incompetenza politica

Nella gestione dei rifiuti in Costiera Amalfitana il disastro è servito: il Sub-Ambito Distrettuale (SAD) Costa d’Amalfi, nato per migliorare l’efficienza nella raccolta e smaltimento dei rifiuti, potrebbe rivelarsi nullo a causa di un grave errore procedurale. L’accordo fondativo, infatti, siglato nel luglio 2022 a Vietri sul Mare, non è stato firmato digitalmente dai sindaci, come prevede la legge per i documenti tra enti pubblici. Questo dettaglio, reso evidente dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 9842/2023, potrebbe portare all’annullamento di tutti gli atti del SAD, mettendo a rischio due anni di attività e costringendo i cittadini a pagare per errori politici.

Una firma calligrafica che costa cara e una gestione discutibile? Al momento della firma dell’accordo madre, il Comune capofila era Vietri sul Mare, amministrato dal sindaco Giovanni De Simone, esponente PD e consigliere provinciale di Salerno con delega all’ambiente. De Simone, uno dei volti del PD Salernitano, sembra non aver colto l’importanza di una firma digitale per un atto di tale rilevanza, creando le premesse per un possibile disastro amministrativo.

Successivamente, la presidenza del SAD è passata nelle mani di Andrea Reale, sindaco di Minori e anch’egli del PD, noto per la sua stretta vicinanza al governatore campano Vincenzo De Luca. Reale, presente in passato alle manifestazioni a fianco di De Luca e del sindaco di Cetara Fortunato Della Monica (PD) e presidente della Conferenza dei Sindaci della Costa d’Amalfi, ha poi sottoscritto la convenzione tra il SAD Costa d’Amalfi e l’Ente d’Ambito (EDA), l’ente sovraordinato ai SAD nel Salernitano. Ma stavolta, come riportato, Reale e Coscia (presidente EDA) hanno firmato l’accordo digitalmente.

Tuttavia, anche all’EDA, presieduta da Giovanni Coscia e diretta da Bruno Di Nesta, entrambi dirigenti PD salernitani, nessuno sembra essersi accorto della mancata firma digitale nel documento fondativo, una procedura obbligatoria. La convenzione madre, siglata dai sindaci della Costiera, era priva di tale requisito. Come è possibile che né Coscia né Di Nesta abbiano sollevato la questione, permettendo che un atto nullo continuasse a essere la base per la gestione dei rifiuti?

Un accordo zoppo e un EDA probabilmente assente e quindi la situazione si è complicata ulteriormente quando, di recente dopo il ricorso avanzato da una ditta privata che ha contestato la convenzione tra i Comuni, è stata firmata una nuova convenzione, come si legge dagli albi pretori dei Comuni, questa volta digitalmente, ma senza la partecipazione di tutti i Comuni del SAD. Non tutti i sindaci hanno firmato per ovvie ragioni: è pendente un ricorso al TAR di Salerno, sollevato a causa delle irregolarità del primo accordo.

Un grave errore, dunque, che ha creato un vicolo cieco amministrativo in cui il PD della Costiera e del Salernitano sembra essersi infilato con noncuranza. Inoltre, alla luce della nuova convenzione parzialmente firmata, l’EDA sarebbe tenuta, per legge, ad applicare l’art. 202 del D. Lgs. 152/2006 e l’art. 26 comma 1 lettera c della legge Regionale Campania 14/2016, procedendo con l’affidamento diretto del servizio per il SAD, vista la carenza di accordo. Tuttavia, l’EDA non ha ancora preso provvedimenti, né risulta intervenuta nel ricorso pendente al TAR, lasciando uno stallo che grava solo sui cittadini.

Quanto sarà il prezzo del “papocchio” targato Partito Democratico De Luchiano? Questo “papocchio” istituzionale sta già pesando sulle tasche dei cittadini della Costiera Amalfitana. Il Comune di Minori ha infatti già registrato in bilancio oltre 43.000 euro per spese legali, solo per difendersi in sede TAR. E il conto potrebbe salire, visto il complesso iter legale che si prospetta. Il PD della Costiera e del Salernitano, con Andrea Reale, Giovanni Coscia, Bruno Di Nesta, Giovanni De Simone e il presidente della Costa d’Amalfi Fortunato Della Monica, ha lasciato i cittadini in balia di una gestione che si presenta probabilmente come uno degli episodi più discutibili di gestione dei rifiuti nella regione.

La questione, dunque, non si limita alla mancanza di una firma digitale, ma rappresenta il risultato di una rete di rapporti politici che, forse, ha anteposto interessi di partito e fedeltà a De Luca all’efficienza e alla buona gestione amministrativa. Una gestione così problematica mette in luce una politica che forse appare disattenta alle reali necessità del territorio e troppo concentrata sulle dinamiche di potere?

Tante le domande senza risposta e un futuro incerto per il SAD Costa d’Amalfi: come è possibile che un errore procedurale così evidente sia sfuggito a figure con esperienza come Coscia, Di Nesta, Reale e De Simone? Perché l’EDA, anziché intervenire per correggere il tiro, ha preferito ignorare tale situazione? E perché, alla luce di questa gestione problematica, i cittadini devono sostenere costi che derivano da scelte discutibili e da decisioni che sembrano lontane dalle esigenze del territorio?

L’intera vicenda sembra mettere a nudo una gestione politica che non appare in grado di garantire un servizio fondamentale come quello della gestione dei rifiuti. Ora, spetta ai cittadini della Costiera Amalfitana, agli altri sindaci della Costa d’Amalfi fuori da queste dinamiche di partito e alla giustizia amministrativa valutare le responsabilità di chi ha permesso che un ente come il SAD Costa d’Amalfi nascesse con queste premesse fragili e con rischi di inefficienza.