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Il Labirinto Inestricabile: Anas, Soprintendenza e il Sonno Ministeriale – Una Commedia Burocratica: Salvini e Sangiuliano sveglia!!!

Nel teatro della burocrazia campana, la commedia senza fine di Anas e Soprintendenza continua a tessere un labirinto inestricabile di ritardi e assurdità. Sembra che l'enorme "strapotere" di alcuni uffici abbia trasformato la gestione dei progetti di sviluppo in una danza intricata di procedimenti sembra rallentati e richieste assurde, un affronto tanto per i cittadini quanto per i Comuni e i suoi dipendenti.

 

Atto 1: Il Paradosso dei Cavi - Un'Indagine nel Passato

In una sequenza paradossale, gli uffici tecnici comunali sono chiamati dalle soprintendenze a diventar investigatori del passato, chiamati a scrutare autorizzazioni per il cavo dell'Enel (dove dovrà essere appoggiato il cavo della fibra ottica), anche se vecchio di mezzo secolo. La domanda sorge spontanea: se agganciato senza autorizzazione, dobbiamo toglierlo, rischiando di rimanere senza corrente elettrica? Una catastrofe annunciata, un gioco di equilibri tra progresso e il capriccio di qualche referente della soprintendenza, che sembra guardare indietro anziché al futuro.

 

Atto 2: La Danza delle Pratiche Moribonde - Fibra Ottica e Strade Statali.

Sulle scrivanie di Anas, le pratiche sembrano morire lentamente, intrappolate in un limbo burocratico: inoltre se si prova a chiamare a Napoli 0817356111 esce una bella voce registrata che dice che non è possibile completare la chiamata (clicca qui): e se si prova a chiamare gli altri uffici il telefono squilla a vuoto. I progetti, come la fibra ottica, affogano in un mare di nulla osta quasi impossibili da ottenere sulle strade statali con richieste che sembra rasentare l'illogicità: per uno scavo di microtrincea (Le dimensioni dello scavo sono minime in quanto il taglio di microtrincea prevede una profondità massima di 30 cm ed una larghezza massima di 3,75 cm.) sembra che poi le strutture ANAS chiedano di asfaltare tutta la carreggiata e ciò determina un aumento dei costi di lavoro per interrare i cavi della fibra; costi che spesso non sono compresi nei computi metrici dei progetti della fibra. Il risultato? Cavi in fibra ottica che sembra che da una vita stanno aspettando di essere passati sotto traccia (es. Castiglione di Ravello, tratta Maiori e Minori, Amalfi zona Vettica). Cavi che devono essere interrati per evitare mal di pancia di alcune soprintendenze, mentre il tessuto sociale del territorio soffre per una connessione non decente, ai minimi del terzo mondo e vitale per il collegamento locale e nazionale e oggetto di un servizio della RAI.

 

Atto 3: Il Paradosso dei Condoni

Nel balletto intricato delle pratiche burocratiche, i condoni edilizi, un potenziale strumento di semplificazione, si rivelano "bloccati" (per modo di dire) da una soprintendenza che sembra aver perso il passo della danza. Il paradosso emerge quando la possibilità di regolarizzare situazioni edilizie diventa un nodo intricato, ostacolato da regole e dinieghi apparentemente insensati. In questa tragicommedia, la soprintendenza diventa il custode di una connettività smarrita, incapace di adattarsi alla realtà delle esigenze edilizie. La mancanza di coerenza e tempestività nel processo di concessione dei condoni edilizi riflette il caos burocratico che continua a trascinarsi, limitando le possibilità di regolarizzazione e sviluppo del territorio. Il sipario si alza su un nuovo capitolo di assurdità burocratiche, dimostrando ancora una volta che la soprintendenza, piuttosto che facilitare, si presenta come un ostacolo invalicabile sulla strada dello sviluppo.

 

Atto 4: Il Circo dei Dinieghi e dei Ricorsi - Burocrazia in Fuga

La soprintendenza, in una commedia di dinieghi assurdi, spinge cittadini e Comuni a un circo di ricorsi al TAR. Le spese legali gravano sui cittadini, siano essi privati o Comuni. Sorge una domanda diretta: se il TAR risolve tutto, a cosa serve la soprintendenza? Un circo burocratico che porta a perdite di tempo e denaro, da segnalare con rabbia e con molta probabilità alle Corti dei Conti. La commedia amara di Anas e Soprintendenza si complica ulteriormente, coinvolgendo non solo cittadini e enti locali, ma anche i dipendenti pubblici. La drammatica situazione ha portato alcuni dipendenti comunali o collaboratori di enti locali addirittura a paventare le dimissioni, svelando uno scenario in cui le richieste e le risposte della soprintendenza diventano un crinale insormontabile.

 

Atto 5: Il Dramma dei Dipendenti Pubblici

Sulle quinte di Anas e Sovrintendenza, il sipario si alza su un dramma sottaciuto: i dipendenti pubblici, in particolare quelli degli uffici tecnici comunali, sono esasperati. Le richieste e le risposte della soprintendenza a volte hanno raggiunto livelli di assurdità tali da mettere a dura prova la pazienza e la dedizione di chi quotidianamente cerca di far funzionare la macchina amministrativa.

 

Atto 6: L'Esodo dei Dialogatori

La situazione ha raggiunto talmente livelli critici che alcuni dipendenti pubblici, stanchi delle richieste e delle risposte insensate della soprintendenza, hanno deciso di abbandonare il dialogo. Gli uffici tecnici comunali sono diventati teatri di esasperazione, con dipendenti che non vogliono più avere nulla a che fare con una burocrazia che sembra operare su un altro piano di realtà.

 

Atto 7: Il Crinale della Disperazione

Assistenti ai RUP paventano le dimissioni, una prospettiva che indica chiaramente quanto sia insostenibile la situazione. Le regole imposte da alcune soprintendenze sembrano rendere impossibile il normale svolgimento delle attività amministrative, spingendo i dipendenti pubblici sull'orlo della disperazione.

 

Epilogo: Il Risveglio Necessario - Appello a Salvini e Sangiuliano

Sulla scena del teatro burocratico, il sipario potrebbe chiudersi se Salvini e Sangiuliano si "svegliassero" dal loro sonno ministeriale. Un appello sarcastico, un invito alla realtà che potrebbe spezzare l'incantesimo della burocrazia e riportare la connettività, non la mancanza di essa, al centro del palcoscenico. In questo intricato labirinto burocratico, il palcoscenico della disperazione dei dipendenti pubblici, che sta provocando un'esasperazione che si riflette negativamente sull'efficienza della macchina amministrativa, mette in evidenza la necessità di una riforma radicale e di un risveglio ministeriale per spezzare l'incantesimo che tiene in ostaggio lo sviluppo e la serenità di chi lavora per il bene comune e per i cittadini stessi. Nel frattempo che i Ministri si svegliano, i cittadini, stanchi di una commedia senza fine, si apprestano a segnalare queste situazioni paradossali alle Corti dei Conti. Ogni ritardo, ogni lungaggine che porta a perdite di tempo e denaro, sarà messo in luce come un chiaro esempio di ostracismo burocratico che ha conseguenze tangibili sulla vita quotidiana e sulle opportunità di crescita della regione e degli enti locali. Questo appello alle Corti dei Conti diventa un atto di resistenza contro l'inefficienza, un invito a indagare sulle pratiche che minano lo sviluppo, affinché la luce delle indagini possa illuminare i meandri burocratici e porre fine a una commedia che ha il costo della perdita di opportunità e finanziamenti preziosi. Siamo giunti al momento in cui le Corti dei Conti diventano gli spettatori critici di questa tragedia amministrativa, chiamate a giudicare il prezzo pagato dalla comunità per una burocrazia che sembra essersi smarrita nel labirinto delle inefficienze. In Italia si sa che a far male non è il campo penale (tra l’altro l’abuso d’ufficio è prossimo alla decapitazione), ma è quando si tocca la “Tasca”, una tasca che troppo spesso è stata toccata ai cittadini (e ai Comuni) per via di questa testardaggine burocratica e ora forse tocca far metter mano alla tasca a chi crea questo paradosso burocratico.